I dati del Global Innovation Index compilato dalla WIPO, la World Intellectual Property Organization, e razionalizzato da Visual Capitalist, non sorridono all’Italia. Il Bel Paese fa infatti registrare una piccola crescita rispetto all’anno precedente, ma la distanza con le potenze leader dell’economia mondiale rimane importante. Se i risultati del Global Innovation Index testimoniano dunque un miglioramento dell’Italia nel campo dell’innovazione, è evidente come permangano certi limiti che impediscono al nostro paese di compiere un definitivo salto di qualità. La sfida per il futuro prossimo è dunque quella di mettersi al passo, imboccando una strada che possa risolvere le attuali criticità e realizzare pienamente le potenzialità delle aziende italiane. Ne abbiamo parlato insieme agli esperti di CSW Automazione.
Global Innovation Index: cos’è
Il Global Innovation index è un indice numerico che misura la tendenza all’innovazione di 132 paesi, raggruppandoli poi in una classifica mondiale. Il valore risultante per ognuno degli Stati viene ricavato dall’analisi di ottanta indicatori, raggruppati nelle seguenti sette categorie:
- Business Sophistication (investimenti in Ricerca & Sviluppo, afflussi netti di investimenti diretti esteri);
- Market Sophistication (dimensione del PIL, intensità della concorrenza del mercato locale);
- Infrastrutture (strade, ospedali, edilizia scolastica, efficienza energetica);
- Capitale umano e ricerca (investimento statale per alunno, qualità delle istituzioni scientifiche e di ricerca);
- Istituzioni (stabilità politica e sicurezza, facilità di avviare un’impresa);
- Creativity Output (marchi a valore aggiunto, applicazioni di design industriale, applicazioni di marchi);
- Conoscenze e tecnologia (domande di brevetto, aumento della produttività del lavoro, spesa per software).
Secondo Mario Mantovani, presidente di ManagerItalia, uno degli aspetti che più frena l’innovazione in Italia è la scarsa capacità delle aziende nostrane di attirare capitali, nazionali ma anche esteri. Un maggior flusso di investimenti permetterebbe difatti di spingere sull’acceleratore e migliorare il Global Innovation Index, ma al contempo richiede che PMI e startup si facciano trovare pronte. Le aziende italiane devono pertanto mettere a punto nuovi modelli di business, così da migliorare la competitività sul mercato. Appare quindi quanto mai necessario che a nuovi piani di investimenti dedicati alla ricerca e allo sviluppo, si accompagni una valorizzazione delle competenze di tutti i player coinvolti nel campo dell’innovazione tecnologica e industriale. Più risorse insomma, ma anche una maggiore capacità di sfruttarne il pieno potenziale.
Global Innovation Index 2023: dove si colloca l’Italia
Più nel dettaglio, il 26esimo posto dell’Italia corrisponde a un Global Innovation Index di 46.6. Nonostante il +0.5 rispetto al 2022, il valore rimane comunque basso, al punto da piazzare il Bel Paese tra Malta e Cipro. Giovanna Voltolina, mid-cap investor e founder di GV Holding, ha definito questo passo in avanti addirittura irrilevante e insufficiente per un paese come l’Italia che storicamente ha sempre dimostrato un certo talento nel percorrere la strada dell’innovazione. Le difficoltà del nostro paese sono ancora più evidenti se si confrontano i suoi risultati con quelli degli stati che occupano i piani alti della classifica stilata dalla World Intellectual Property Organization. Le prime posizioni del Global Innovation Index sono così distribuite:
- Svizzera 67.6;
- Svezia 64.2;
- USA 63.5;
- Gran Bretagna 62.4;
- Singapore 61.5;
- Finlandia 61.2;
- Olanda 60.4;
- Germania 58.8;
- Danimarca 58.7;
- Corea del Sud 58.6.
Menzione d’onore per la Francia, che pur rimanendo fuori dalla top ten, fa registrare uno score assolutamente positivo con i suoi 56 punti, piazzandosi all’undicesimo posto. La strada per il nostro paese è quindi in salita. Allo stesso tempo però l’Italia dispone di tutti gli strumenti necessari per compiere il passo in avanti che ci si aspetta da un’economia leader mondiale. Sempre Voltolina sostiene a questo proposito che è da riconoscere l’impegno di Governo, banche ed enti finanziari, sempre attivi nella promozione di piani di sostegno all’innovazione. Troppo spesso però queste iniziative sono rivolte solo a giovani imprenditori e startup, mentre le PMI e le grandi imprese faticano a fare fronte comune e assumere un ruolo da protagonisti, aprendosi a importanti investimenti internazionali. Leggi anche l’articolo: Una tecnica fondamentale nel cinema: il timelapse
L'articolo Global Innovation Index: il Bel Paese arranca proviene da Casalnuovo Il Giornale.